Viaggiare, spostarsi, vagare, pellegrinare, migrare o
mettersi in movimento sono condizioni che, da sempre, hanno caratterizzato l
‘uomo, dalle antiche civiltà ad oggi, una forte propensione che lo spinge alla
migrazione, a spostarsi dai luoghi d’origine per andare alla ricerca di nuovi
territori, a volte per obblighi, come guerre o conflitti, altre per bisogno,
come il nutrimento, territorio o piu semplicemente per il cosiddetto “bisogno
interiore” che spinge l uomo a viaggiare; quel bisogno interiore che pressa
milioni e milioni di persone ad abbandonare abitudini e quotidiane sicurezze
per andare alla scoperta del mondo, ma perché alcuni sentono il bisogno di
partire? E il sentiero fatto di polvere, sabbia, asfalto o terriccio può
davvero essere una soluzione? Ovviamente queste domande si limitano a rimanere
tali perché delle risposte vere e concrete non ci sono, per questo, ognuno di
noi affronta un viaggio diverso per rispondersi. Tutto inizia quando i ricordi,
la nostalgia ed i rimpianti affollano la mente, e piu si cerca di scacciare
questi pensieri piu loro ritornano a galla, naufragando cosi nel caotico
silenzio, tanto da soffocare l’esistenza dell’individuo, quasi fino a diventare
nulla, che non trova più un posto nel mondo, proprio quel mondo al quale,
purtroppo , vi è un principio in cui il singolo si sente estraneo e per questo
a disagio, “come un pesce fuor d’acqua”, perciò, in modo lento e silenzio,
germoglia, radicato nella semi oscurità dell’intimo, un connaturato istinto di
vera e propria “evasione”. Da qui il viaggio. Un viaggio caratterizzato da un
impulso irrefrenabile che fa parte dell’uomo… molti scelgono la meta, altri,
vanno dove li porta il cuore, non importa dove si decide di andare,
l’importante è iniziare a correre e non fermarsi mai, andare sempre avanti,
spingersi oltre anche con tracotanza alfine di conoscere il mondo ma
soprattutto se stessi. Gli scopi del viaggiare sono molteplici, tuttavia, una
delle massime considerazioni è quella del viaggio come “attraversamento al
nuovo stadio” ovvero il viaggio viene visto come una sorta di transizione
legata al passaggio in cui esso si presenta come una matrice di riferimento
costante per sciogliere quei nodi di pensieri che, attanagliano la testa,
perché ancora non c’è stata la cosiddetta presa di coscienza vera e propria o
più semplicemente di ciò che circonda o accade all’individuo. In conclusione,
il tema del viaggio è universalmente rilevante e insito nell’ uomo fin dai
tempi dei tempi, sia per ritrovare la felicità, sia perché è congenito, fa
parte della sua natura, e come disse Hermann Hesse: “ Non conosco sulla terra
gioia più profonda dell’essere in viaggio in paesi lontani”.
FRM
FRM